venerdì 16 ottobre 2009

La democrazia vera

"Serve una riforma - dice Berlusconi - che faccia del nostro Paese una democrazia vera non soggetta al potere di un ordine che non ha legittimazione elettorale".

Qui non c'è equivoco, né interpretazione sfumata possibile: la democrazia che ha in mente Berlusconi è la dittatura del popolo (esercitata nel suo nome dal governo). Che la democrazia moderna si fondi sull'equilibrio di poteri diversi (di origine, formazione e legittimazione diversa) che devono controllarsi e agire in autonomia, non è ignorato da Berlusconi: è negato.

Una democrazia vera in senso berlusconiano non prevede che l'esecutivo sia soggetto ad altri poteri, tutto il potere essendo del popolo che lo attribuisce tutto in una volta a un solo soggetto, attraverso le elezioni (anche se, tecnicamente, è il Parlamento che ha legittimazione elettorale, non il governo - un particolare noioso su cui si preferisce sempre sorvolare, un difetto della Costituzione che risulta veniale, dato che, grazie a Dio, i deputati e i senatori della maggioranza sono oggi saldamente controllati dal capo del governo).

Il premier del mio paese asserisce pubblicamente di voler modificare la costituzione del mio paese per instaurare un regime (nel senso tecnico di assetto politico-istituzionale) che lui definisce "democratico vero" e che io (ma direi anche Montesquieu) trovo totalitario (sempre in senso tecnico, visto che il potere politico assorbe tutti gli altri, e da tutti gli altri non può essere messo in discussione).

Giusto per ricordare insieme alcune cose basilari, mi vengono in mente un certo numero di poteri (non sottoposti a consultazioni elettorali) che in una democrazia moderna controllano, influenzano, in determinate occasioni si impongono sull'esecutivo (il quale a sua volta fa lo stesso nei loro confronti, naturalmente): la magistratura e il parlamento, ovviamente, ma anche l'opinione pubblica nelle sue espressioni associative non politiche, la libera stampa e televisione, le organizzazioni e gli enti sovra-nazionali (in primis, nel caso italiano, l'Unione Europea) e il diritto internazionale, almeno nelle sue basi indiscusse (tipo, per dire, la Dichiarazione dei diritti dell'uomo).

E giusto per ricordare insieme un altra cosa basilare, Hitler è stato eletto in un paio di libere elezioni prima che instaurasse il regime nazista (arrivando al 33% dei voti nel '32). E Mussolini? Siamo sicuri che, venendo da dove veniamo, sia il caso di irridere chi si preoccupa del regime che ha in mente Berlusconi con l'argomento che il premier è stato eletto democraticamente?

(L'immagine è la scheda elettorale del 1933 per il distretto di Hesse-Darmstadt. Per vederla bene - soprattutto la prima riga - potete cliccare qui)